Autocostruttori

martedì, gennaio 31, 2006

SaRub 76 (prima parte)

Salve a tutti!!!!!!! Finalmente dopo 13 mesi di lavoro, posso iniziare a godermi il mio tanto voluto telescopio da 76 cm f4.Con questo breve articolo cerchero di spiegare come ho costruito questo Newton.Cominciamo dal progetto , che prevedeva un telescopio con caretteristiche a me care.Prime fra tutte la necessita di dotarmi di un telescopio di apertura maggiore possibile per le mie tasche in quel momento, e la scelta quindi è ricaduta su un 76 cm f4 acquistato dagli usa , precisamente dalla "Intermontain Optics".Da questultima ho preso primario e secondario da 114 mm spessore 22. Poi a seguire ,la necessita che le uscite le dovevo fare contando solo su me stesso, quindi si doveva caricare/scaricare da solo.Non ci dovevano essere pezzi da smontare ,ma volevo che tutto rimanesse montato e che viaggiasse in blocco.Doveva avere il puntamento attivo, ma volendo doveva funzionare anche senza, (tipo Dob)perche' di problemi ogni volta se ne creano a volonta con questi dispositivi malefici.Avere il fuoco il piu comodo possibile, sempre tenendo conto delle dimensioni dell' ottica, senza richiedere contorsionismi.La scala doveva essere comodissima tanto da poter stare anche 15 minuti senza scendere mai.Non ci devono essere cavi che si attorcigliano e tantomeno batterie esterne con cavi al quale si deve sempre stare attenti a non inciampare,Go-to sempre installato .Supporto specchio che permetta un raffreddamento il piu rapido possibile senza creare zone con ristagnio di calore.


Insomma avrete capito , costruito su misura per me ...da me....

Iniziamo...La struttura è nata altazimutale per permettere un fuoco comodo senza doversi arrotolare intorno al telescopio come nelle equatoriali,perchè ha ingombri minori, meccanica semplice, nessun asse a sbalzo,(=poche vibrazioni ).La forcella , semplicissima da fare, (non altrettanto da allineare tra loro) offre spazio a sufficenza per montare il Go-to e supportare senza il minimo problema un pc portatile.Quindi ho installato un go-to che per montature di questo genere il migliore per me è risultato essere il Servocat + Argonavis.Il primo comanda dei motori servo, il secondo gestisce il Data-Base e puntamento attivo.Tutto concentrato , in modo da aver sotto mano i comandi.Ho aggiunto anche due interruttori a chiave che alimentano i due dispositivi, senza doversi abbassare ogni volta per accendere/spegnere. Fate riferimento alla foto qui sotto.



Con questo sistema ho esaudito anche un desiderio non richiesto...cioe' se si accende il solo Servocat il telescopio funziona con semplici movimenti motorizzati, manuali.Se invece si sbloccano le frizioni e si usa manualmente come un dob , si puo accendere il solo Argonavis che funge in questo modo da puntamento passivo... Inoltre le batterie (12 vcc 7A , una per servocat , ed una per argonavis)per alimentare tutta l'elettronica le ho incassate alla base della forcella .

Per far si che si caricasse e scaricasse da solo e quindi essere autonomo,ho costruito un carrello che si monta sui lati della forcella , con 6 ruote di cui 2 sterzanti.Dietro ce ne sono 2 coppie da 2 solo perchè è la parte con maggior peso e non vorrei bucare in montagna quando lo scarico/carico e rimango li poi.....avanti il peso e di solo 20 kg per ruota, mentre dietro di 150 kg ogni coppia. Avanti anche se buco posso sempre alzare a mano..dietro no.

Le ruote si montano grazie ad una piccola pompa idraulica e 3 martinetti idraulici, che permettono il sollevamento del telesopio .


Per salire sul furgone (cassonato) ci sono due rampe ed un vericello elettrico (12 vcc ) che tira/frena.

La parte che ha richiesto piu tempo e sforzo progettuale è il supporto porta primario.Visto lo spessore esiguo, ho optato per un sistema a 27 punti flottanti.Per il progetto mi sono servito di --- gui-plop ---
programma di calcolo per sostegno primario, di uso gratuito.Invece per evitare accumoli di calore tra sostegnio e vetro , ho optato per un sistema che non prevedesse i soliti triangoli dove poggia lo specchio, ma un sistema molto piu esile, anche se come rovescio della medaglia , presenta uno spessore totale maggiore....
Fate riferimento alla figura sotto



In questa foto si vede il tutto in fase operativa.

Fine prima parte.....

venerdì, gennaio 20, 2006

Dobson Zen 16" (parte 1)


La prima volta che ho visto e usato questo telescopio è stato il 19 luglio 2003. C'eravamo dati appuntamento a Folgaria, io, Nicola Marconi, Andrea Rigobello e Romano Zen. Dopo la classica "pizza astrofilo" e "pizza speriamo che non si copra il cielo" ci siamo spostati dalle parti del rifugio Stella d'Italia: un buon posto di osservazione, seeing buono, poca umidità, cielo buono e orizzonte protetto dai domi di luce circostanti (con tanto di effetto E.T. ... telefono casa...).
Io non conoscevo Zen di persona ma solo per i contatti telefonici e le mail. Noi eravamo tutti curiosi di vedere e provare quel 40 cm. Lui forse un po' curioso di vedere il mio nuovo ariete (che in quel momento aveva meno di un mese).
Il tele Zen, da un punto di vista meccanico, è un clone degli Obsession, con qualche piccola variazione: per esempio i blocchi di fissaggio inferiori dei tubi aste (l'ariete ha una architettura meccanica completamente diversa, con 4 aste al posto delle classiche 8, e altre differenze fra cui movimenti, frizioni ecc. ecc. - ma ritornerò su questo).
Quella notte l'ottica Zen mi ha davvero impressionato: le stelle erano piccoli puntini, spigolosi per via della turbolenza (ma la discussione su come appare una stella in un grande diametro sarebbe lunga), che, a 400x ogni tanto facevano dei piccoli flash, segno inequivocabile che la luce sarebbe finita tutta in un unico fuoco, se non fosse stato per il disturbo atmosferico.
Ho passato tutta la notte a fare avanti e indietro tra il mio telescopio e lo Zen. Le stelle erano coloratissime, la nebulosa Laguna era una meraviglia di toni chiari e scuri e la Trifida è proprio divisa in tre!
Era la prima volta che usavo il mio dobson sotto un cielo decentemente buio e mi era pure capitato di avere accanto a un pari diametro Zen.
Dopo ho avuto altre occasioni di provare lo Zen ma su questo ritornerò.
Le foto sono fatte nel giardino di casa mia quasi un anno dopo.