Autocostruttori

martedì, settembre 27, 2005

Riflettanze e coating (parte 1, by Mauro Da Lio)

Apro anche un altro fronte. La questione dell'effetto dell'overcoating sulla riflettanza. Nella foto ci sono i 4 "famosi" provini.



Il primo in alto è alluminio senza nessun overcoating (soluzione che poi ho scelto per la mia ultima alluminatura). Spessore 70 nm.
Il secondo è AL (65 nm) con un overcoating di 10 nm di SiO.
Il terzo è AL (105 nm) con 36 nm di SiO2.
Il quarto è AL (75 nm) con 40 nm di SiO.

La perdita di riflettanza rispetto al primo (riflettanza assoluta di circa il 91-92%) è di circa il 2% (il secondo), 5% (il terzo) e 15-25% (a seconda dei colori) il quarto (che è intenzionalmente fatto così). Metterò anche le curve prossimamamente.

Alcune considerazioni interessanti:
a) per avere uno strato di mezza lambda (in modo che le onde riflesse dalle due facce dell'overcoating siano in fase) lo strato di SiO2 dovrebbe essere di circa 150 nm !!
b) l'SiO, a causa dei legami incompleti Si-Si (mi hanno spiegato così e riferisco) assorbe specialmente nel blu.

Il secondo caso corrisponde circa a come era la mia alluminatura originale, e ha resistito bene alla caduta di un anello metallico del focheggiatore Borg.

Se avete qualche programma di fotoritocco potetete leggere i valori RGB del bianco riflesso dai 4 provini. Buon divertimento.

domenica, settembre 25, 2005

Supporto laterale degli specchi (parte 1, by Mauro Da Lio)

Io comincio...

Questo è la prima di una serie di analisi fatte ormai quasi un anno fa e relative al supporto laterale degli specchi. Si tratta di un aspetto per il quale si trova ancora poco di "ingegneristico" in giro, e quindi le "opinioni" e le "scuole di pensiero" abbondano... o meglio -dal mio punto di vista- sarebbe meglio dire abbondavano, poichè le conclusioni che si possono ottenere con una analisi rigorosa lasciano poco spazio alle opinioni e sono, per certi versi sorprendenti.

Per quanto riguarda il disegno della cella e la definizione dei punti di supporto posteriore sono ormai a disposizione degli autocostruttoiri diversi strumenti di calcolo, fra cul l'ottimo PLOP) che fornisce pure la posizione ottimizzata dei punti. Diversa è la situazione per il disegno del supporto laterale, poiché non esistono strumenti altrettanto avanzati a disposizione pubblica.
I calcoli che presento hanno quindi anche lo scopo di aiutare almeno a capire meglio la meccanica del supporto laterale.

Prima di presentare i risultati, una parola sugli strumenti usati. Le analisi sono fatte con il software di simulazione multiphysics COMSOL che può essere considerato lo stato dell'arte (almeno per lo scopo di determinare le deformazioni dello specchio di un telescopio amatoriale; per altri aspetti, quando sarà il caso, ne discuterò). Chi volesse approfondimenti in merito alla accuratezza dei risultati numerici può cominciare dalle sezioni di validazione del software nel sito COMSOL (personalmente sconsiglierei a chi non ha conoscenze approfondite -un titolo di laurea o dottorato in tema- di sollevare questioni in merito all'accuratezza ;-).

Ma vediamo la prima parte. Cioè, come si deforma uno specchio supportato lateralmente? (Condizione che mano a mano viene raggiunta passando dallo zenith all'orizzonte).

Il primo caso da considerare è quello di uno specchio appoggiato su una generatrice della superficie laterale cilindrica. In sostanza un solo punto (o linea) di appoggio. Il caso è importante perchè tutti gli altri possono essere consideratri come sovrapposizioni di questo caso base, nel quale il punto di contatto è al più ruotato (compreso il caso della cinghia che è riconducibile a una distribuzione continua di punti di appoggio).

La figura mostra il risultato. Si tratta di uno specchio di 400 mm di diametro, 50 mm di spessore, F 4,5 in vetro di silice (in questa sede il materiale conta per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche; risultati un po' diversi sarebbero ottenuti con moduli di elasticità e poisson diversi, come con Astrositall e Pyrex).
Lo specchio è mostrato dalla parte frontale. Il cerchio nero rappresenta la froma iniziale indeformata e i due diametri principali. La sagoma in colore rappresenta lo specchio nella configurazione deformata sotto il peso proprio mentre appoggia sul solo bordo inferiore. Per rendere visibili le deformazioni, queste sono state amplificate di 200.000 volte. Nella realtà la cuspide in basso non esiste: in scala reale è solo un leggero appiattimento del bordo di appoggio. Si può anche stimare l'entità dello schiacciamento: circa 2 cm della scala amplificata, che corrispondono a 0.0001 mm reali.


I codici di colore rappresentrano lo spostamento z (cioè nella direzione dell'asse ottico) della superficie, secondo la scala indicata a fianco (il ritardo del fronte d'onda è doppio). Così il rosso vicino al punto di appoggio indica un innalzamento della superficie pari a 15 nm; il blu in corrispondenza alle parti estreme del diametro orizzontale un abassamento di 5 nm; il verde in corrispondenza al punto superiore del diametro verticale un innalzamento di circa 6 nm.

La seconda figura mostra una vista assonometrica, nella quale gli spostamenti z sono amplificati di un ulteriore fattore 100 (complessivamente 2 milioni di volte).


L'interpretazione è semplice. Lo stato di deformazione dello specchio è dato dalla sovrapposizione di due parti:

a) Una deformazione localizzata in corrispondenza alla concentrazione di sollecitazioni nel punto di appoggio. Infatti la compressione radiale del vetro comporta una dilatazione nella direzione ortogonale dello spessore (che dipende dal modulo di poisson). Succede così che il vetro si "inspessisce" (un po' come se fosse di gomma), la faccia anteriore si innalza e quella posteriore si abbassa. Come ben noto anche dalla teoria, questo tipo di effetto localizzato sparisce rapidamente (e potrebbe facilmente essere mascherato dai dispositivi di ritenuta frontale dello specchio), e in ogni caso nella realtà sarà minore poiché l'appoggio non sarà mai così concentrato come nel calcolo.

b) Una deformazione a "patatina fritta", con il diametro verticale che si incurva verso il fuoco e quello orizzontale che si appiattisce. Per comprendere questa seconda deformazione è sufficiente pensare che, a causa dello scavo, lo specchio può essere visto come dotato di una superficie media (a metà fra la superficie ottica anteriore e la superficie piana posteriore) con raggio di curvatura doppio rispetto all superficie ottica e di spessore variabile. La sollecitazione di compressione nel diametro verticale causa un aumento di curvatura, mentre il diametro orizzontale si apre. Nel complesso la deformazione è contenuta in 10 nm PV (tra i due diametri), vale a dire 1/55 lambda sulla superficie oppure 1/27.5 sul fronte d'onda. La deformata, quindi, corrisponde a una aberrazione di astigmatismo secondo i diametri verticale-orizzontale di entità pari a 1/27.5 lambda (nel caso peggiore di telescopio puntato all'orizzonte).

Ovviamente specchi di dimensioni, materiale e rapporto focale differente avranno "numeri" diversi (per ora mi fermo qua).

martedì, settembre 20, 2005

Esempio: articolo su un particolare telescopio

Proviamo con un esempio di ipotetico articolo prendendo un telescopio a casaccio, scegliendo in questo caso il nuovo telescopio di Raffaele
un 45cm F5 Ariete mediamente modifcato e migliorato



Le immagini si inseriscono con un semplice tag html tipico da forum
quindi ad esempio:
img src"http://www.miosito.com/pincopallino.jpg"
Notare che volendo è possibile quindi utilizzare già immagini esistenti e non si è obbligati per forza di cosa a usare lo spazio limitato di Yahoo
Per venire incontro ai neofiti poi è comunque previsto un programma apposito da integrare con word in modo che con dei semplici clic si crea il codice esatto senza dover sapere le stringhe di codice a memoria

quindi in successione si può avere facilmente una serie di foto vediamo ad esempio:


Particolare sulle ventole laterali




Particolare della scelta del supporto del secondario




Particolare delle ventole sotto il box del primario





L'ipotetico autore avrebbe quindi potuto fare un post decente e metterlo on-line con poca fatica.

Per fare un confronto veloce basta pensare che per visualizzare il solo articolo basta aprire la pagina cliccando sul semplice link
Se invece bisogna visualizzare e in questo caso solo le foto dalla mailing list VisualSky bisogna per forza fare il login ogni volta e visionare le foto nella cartella con spazio limitato dal server di Yahoo. Il fatto poi che su un blog compare più un articolo finito che solo delle semplici foto e con i relativi commenti di chi legge e vuole intervenire mettiamo per consigliare qualcosa, (dove non è necessario per forza di cosa il login) capirete che il tutto acquisisce una forma più completa ma soprattutto più rapida dato è prevista anche una funzione di anteprima che mostra il risultato finale :-)

Morale della favola: è possibile con un blog creare pagine html informative senza dover per forza di cosa avere un dominio su cui ospitare il tal sito e con l'altrettanto facilità di impaginazione rispetto ai vari programmi di creazione pagine web più complesse.
Il tutto in poco tempo e con la possibilità di intervenire con dei commenti e creando quindi una partecipazione più viva


Ora voglio vedere se qualcuno commenta...